Nessun sito può rinunciare alla SEO, neanche i portali editoriali. Se si pensa che l’80% delle visite a una testata che si occupa di informazione proviene dal traffico organico, è chiaro che l’ ottimizzazione per i motori di ricerca non può essere trascurata. Il problema, però, è che spesso i publisher non hanno una formazione SEO, non si avvalgono di esperti e quindi finiscono per commettere alcuni errori. I più comuni sono:
- Sottovalutare l’utilizzo dei meta tag
- Produrre contenuti duplicati
- Non aggiornare pubblicazioni datate
- Trascurare la struttura generale del sito
- Scarso, se non mancato, utilizzo di link interni e link esterni
- Non essere mobile friendly
Sottovalutare l’utilizzo dei Meta Tag
I meta tag sono tag html, il cui scopo è descrivere il contenuto di una pagina ai motori di ricerca, che grazie a essi possono classificarlo. I meta tag hanno un ruolo importante anche per l’indicizzazione e il posizionamento nelle SERP. Tra essi troviamo:
- Meta title: non è altro che il titolo del contenuto che appare nei risultati di ricerca. É importante che non sia troppo lungo (massimo 580 pixel) altrimenti c’è il rischio che venga tagliato. Deve, poi, contenere le parole chiave su cui ci si vuole posizionare ed essere accattivante, suscitando così l’interesse e la curiosità degli utenti.
- Meta description: è la descrizione del contenuto che appare al di sotto del titolo nelle SERP. Anche la meta description deve essere breve (990 pixel) e contenere le keyword d’interesse.
- H1, H2, H3: L’ H1 è il titolo effettivo del testo, quello che appare nella pagina dove è stato pubblicato il contenuto. l’H2 è il titolo del paragrafo, l’H3 del sottoparagrafo e così via. Solitamente non si va oltre l’H4.
- Tag alt: è la descrizione associata a eventuali contenuti visual presenti nella pagina. Tale descrizione va inserita nel codice HTML affinché l’immagine abbia un significato, soprattutto se per qualche motivo non può essere mostrata.
Produrre contenuti duplicati
Capita spesso che alcuni contenuti vengano proposti in più sezioni del sito, generando una duplicazione e una conseguente penalizzazione da parte di Google. Pertanto, sarebbe utile proporre testi originali e allo stesso tempo verificare che i propri contenuti non vengano pubblicati da altri. Questo perché il motore di ricerca non ha la capacità di distinguerne la paternità, il che potrebbe comportare un declassamento nelle SERP del contenuto originale a favore di quello copiato se il sito in questione ha un trust rank elevato.
Non aggiornare pubblicazioni datate
Come scritto sopra, i contenuti devono essere accattivanti, originali. Per cui vanno modificati nel tempo se non si vuole correre il rischio che diventino obsoleti e di scarso interesse per gli utenti. Meglio puntare sulla qualità che sulla quantità, possibilmente con testi non troppo brevi, esaustivi e che propongano dati attuali tenendo conto dei Search Intent.
Gli intenti di ricerca non sono altro che gli obiettivi, più o meno espliciti, che spingono l’utente a digitare una determinata query di ricerca. Se ne distinguono tre macro-tipo:
- Navigational: utenti che cercano uno specifico sito
- Informational: utenti che vogliono ricavare informazioni
- Transactional: utenti che vogliono acquistare qualcosa
Inoltre, risulta efficace inserire contenuti visual: infografiche, immagini, video e così via, qualora l’articolo da aggiornare ne sia sprovvisto. I video in particolare attirano utenti e riducono le frequenze di rimbalzo. Se si presentano gli stessi contenuti sia in formato scritto che video, è possibile conquistare un pubblico ancora più ampio, perché si soddisfano sia quelli che hanno voglia di leggere sia coloro che preferiscono consumare contenuti in formato video.
Un’alternativa al refresh periodico è dare origine a contenuti evergreen, ossia testi che trattino argomenti sempre pertinenti in qualunque periodo dell’anno e a distanza di anni.
Trascurare la struttura generale del sito
Non basta curare il singolo articolo ma bisogna tener presente che ogni pubblicazione va inserita in un’intelaiatura complessa che è il sito stesso. Quest’ultimo se scarsamente organizzato e poco chiaro ostacola la scansione da parte dei crawler dei motori di ricerca. Una soluzione ottimale potrebbe essere quella di ordinarlo in sezioni categorizzate per argomento, i cosiddetti “silos”.
La SEO siloing permette di individuare, dopo un’attenta keyword research, dei macro argomenti sulla base dei quali costruire le diverse parti del sito internet, cosicché i contenuti pubblicati possano essere trovati con facilità dagli utenti, migliorando la loro user experience, e indicizzati agilmente dagli spider di Google.
A tal proposito, anche la creazione di una sitemap è una soluzione per favorire l’indicizzazione. La sitemap è una pagina web che, in un certo qual modo, comunica ai crawler com’è articolato il sito in questione così da agevolargli la scansione.
Scarso, se non mancato, utilizzo di link interni e link esterni
Delle tipologie di link si è già ampiamente parlato in un articolo precedente, così come dell’importanza di una link strategy appropriata. Sicché, è ormai chiaro che studiare una rete di link, interna ed esterna al sito, ben strutturata è fondamentale in ottica di posizionamento.
Non essere mobile friendly
Gli utenti oggigiorno accedono alla Rete quasi esclusivamente tramite dispositivi mobili, dunque bisogna accertarsi che il proprio dominio sia ottimizzato per cellulari, rispettando i seguenti requisiti:
- link facilmente cliccabili
- testi leggibili senza l’utilizzo dello zoom
- layout che si adattano alla grandezza dello schermo, affinché la navigazione risulti semplice e immediata
- software compatibili
Conclusioni
Verso la fine del 2020 è stato stimato che nel mondo esistono circa 500 milioni di blog. Considerando che anche la gran parte dei brand hanno capito l’importanza di avere una sezione nei loro siti web dedicata a contenuti informativi, i numeri possono solo aumentare. Ne consegue che la competizione è tanta e per riuscire a emergere si devono usare tutte le cartucce di cui si dispone. La SEO è sicuramente una di quelle che, fatta nel modo giusto, dà più risultati a lungo termine, poiché i suoi interventi continuano ad agire e a funzionare con il passare del tempo finendo con l’attrarre nuovi segmenti di pubblico.
Gli editori che hanno successo sui motori di ricerca sono quelli che hanno trovato un buon equilibrio tra le tre aree della SEO:
- Seo on site: lavora affinché i contenuti siano della massima qualità possibile e rispondano alle esigenze degli utenti. Ha a che fare con: contenuti, meta tags, ottimizzazione degli heading, linking interna, ottimizzazione delle immagini.
- Seo off site: punta a promuovere il sito web al fine di accrescere il numero di utenti/clienti e rafforzare la sua affidabilità “agli occhi” dei motori di ricerca. I domini con una forte autorevolezza si classificano meglio nelle SERP perchè i motori di ricerca li considerano credibili, pertinenti e affidabili. Si occupa di: link building, content marketing, social media marketing, blog posting, recensioni e feedback dei clienti.
- Seo tecnica: ha come obiettivo quello di rimuovere tutti gli ostacoli che infastidiscono i crawler nella comprensione dei contenuti o gli utenti nel raggiungere le pagine. Riguarda: velocità del sito, dati strutturati, sitemap xml, canonicalizzazione, hreflang tags.