Al giorno d’oggi si sente parlare sempre più di Advertising online. Infatti, alcuni [dati statistici] (https://www.statista.com/statistics/236943/global-advertising-spending/) ci dicono che la spesa in questo tipo di attività, rispetto al 2017, è aumentata circa del 4,3% nel 2018.
Già nel 2017 il budget investito in Advertising aveva superato quello investito in pubblicità televisiva, investimenti che quindi stanno aumentando anno dopo anno.
Bing Ads, LinkedIn Ads, Quora Ads, Amazon Advertising sono solo alcuni dei tool utilizzati per le diverse tipologie di campagne online. Ma i due colossi da battere restano, senza dubbio, Google Ads e Facebook Ads.
Il primo è quello che nel 2018 ha avuto il cambiamento più importante, rivoluzionando totalmente il suo brand e la sua piattaforma: passando da Google AdWords a Google Ads.
Perché questo cambiamento? Semplicemente perché per Google la parola “AdWords” non riusciva più a racchiudere la quantità di servizi che la piattaforma effettivamente offre agli inserzionisti:
- Rete Search;
- Rete Display;
- Google Shopping;
- YouTube e tanto altro.
Per queste ragioni ha deciso di generalizzare ed introdurre il nuovo nome: Google Ads. Con la nuova denominazione, però, è stata lanciata anche una piattaforma estremamente diversa da quella precedente che ha introdotto tantissime nuove funzioni e impostazioni.
I principali cambiamenti di Google Ads
Il primo grande cambiamento apportato con Google Ads riguarda gli annunci della Rete Search. Fino a qualche mese fa, la piattaforma consentiva la creazione di un solo formato di annunci (escludendo casi particolari come il conto alla rovescia o la keyword insertion), composto da 2 titoli da 30 caratteri l’uno e una sola descrizione da 80 caratteri.
Nel 2018 invece ha introdotto due nuovi formati di annunci di testo:
- Annunci di testo espansi.
In questo caso abbiamo a disposizione 3 titoli da 30 caratteri ciascuno e ben due descrizioni da 180 caratteri in totale. Nella sua guida ufficiale, Google dichiara di aver introdotto più caratteri per dare agli inserzionisti la possibilità di avere ulteriore spazio per trasmettere il proprio messaggio. In realtà, secondo la maggior parte degli esperti che lavorano nel settore da anni, è stata una decisione di carattere puramente economico.
Infatti, con l’utilizzo dei nuovi annunci, il CTR generalmente tende ad aumentare. Cosa sta ad indicare questo? A parità di numero di impression, gli utenti cliccano molto di più. Quindi, essendo Google Ads una piattaforma Pay Per Click, un incremento dei click equivale ad un incremento di guadagno per l’azienda.
- Annunci adattabili della rete di ricerca.
In questo caso l’utente ha la libertà di inserire ben 11 titoli e 4 descrizioni differenti. Una volta creati, sarà Google stesso a decidere come, quando e quale combinazione di annunci pubblicare nella SERP.
A seguire, il secondo cambiamento, invece, riguarda i segmenti di pubblico In-Market utilizzabili anche nella Rete Search. Al contrario dei segmenti di pubblico della vecchia piattaforma (che erano per Affinità) i nuovi tendono ad intercettare gli utenti che, secondo i criteri di Google Ads, eseguono ricerche sempre più precise e frequenti, perché realmente intenzionati ad acquistare un prodotto o un servizio.
Si tratta, quindi, di segmenti di pubblico che dovrebbero aiutare gli inserzionisti ad ottenere più conversioni da un bacino di utenti più ampio rispetto alle “uniche” keyword.
Parola all’esperto di advertising Ivan Cicconi
Una delle mancanze più grandi però, dal mio personale punto di vista, riguarda l’assenza, nella nuova piattaforma Google Ads, della Tab Dimensioni. Rappresentava, infatti, uno dei punti focali della vecchia interfaccia, poiché permetteva, in una sola sezione, di condurre le analisi necessarie per comprendere al meglio l’andamento delle campagne.
Ora, invece, le funzioni sono state separate in Tab differenti. Ad esempio, ad oggi, per svolgere un’analisi di performance a livello di target geografico, oppure a livello di giorni della settimana, è necessario recarsi in due sezioni differenti della piattaforma e valutare opportunamente.
Bisogna dare, però, un grande merito agli “scienziati” di Google.
Con la nuova piattaforma è stato fatto un notevole passo in avanti in tutto quello che riguarda le strategie di offerta automatiche. Attualmente, dopo aver accumulato un numero sufficiente di conversioni con le strategie di bidding manuale, sto lavorando affinché tutte le campagne (o quasi) passino ad una nuova strategia automatica che generalmente prevede la strategia “Target ROAS”, per gli E-commerce, e “Massimizza le conversioni” o “CPA Target”, per le campagne di lead generation.
Il passaggio, però, deve avvenire in maniera graduale: vale a dire che viene sempre anticipato da un esperimento di almeno 2-3 settimane, in cui viene testata la nuova strategia e i suoi potenziali risultati.
Sono presenti molte altre nuove funzioni, positive e negative, nella nuova interfaccia di Google Ads, ma per approfondirle ed elencarle tutte, sarebbe necessario scrivere un nuovo libro. Anzi forse due.